Nuovo anno, tempo di bilanci per i 365 giorni che ci siamo lasciati alle spalle e occasione per fare il punto, immaginando come potranno essere i prossimi.

Ne abbiamo parlato con Mauro Grassini, Responsabile dell’Attività agonistica del Settore giovanile dei grigi, per capire a che punto è il percorso di crescita di un vivaio sempre più importante a livello provinciale.

Mauro, un bilancio di questo 2021: che anno è stato?
Un anno difficile, ovviamente sempre a causa del Covid. Quando si parla di settore giovanile, e Attività agonistica nello specifico, la programmazione è un termine chiave, ma purtroppo in un’annata costellata da stop e incertezze come quella del 2020/21, programmare è stato davvero complesso. Fortunatamente, da settembre si è trovata una certa stabilità e il bilancio non può che essere positivo: tutte le squadre sono lì e stanno lottando per i loro obiettivi.

Andando con ordine, partiamo dalla più “vecchia”, la Juniores: come sta?
Io direi molto bene. Credo che abbia capacità tecniche e possibilità di classifica per centrare la salvezza, se non diretta, tramite i playout. Il gioco e il gruppo ci sono, è mancata un pizzico di continuità di risultati, che, quando è arrivata, è stata frenata dalla pausa invernale. Resto, comunque, molto fiducioso sulla ripresa.

E le altre compagini dell’Attività agonistica?
Sono tutte impegnate nei Campionati provinciali e tutte a ridosso del vertice. Partirei dai 2005, che hanno fatto fin qui un percorso quasi perfetto. Ora hanno due punti di vantaggio sulla prima inseguitrice e pagano leggermente il ko patito contro il Caraglio. Avendo una gara in meno, sarà fondamentale allungare in classifica per lanciare subito un segnale alla concorrenza.
Discorso analogo per i 2008: sono a un punto dalla prima, ma stanno molto bene. Hanno avuto un po’ di sfortuna in alcuni scontri diretti, ma ce la possono fare.

Più complesso è stato e sarà il percorso dei 2006 e dei 2007, perché la concorrenza nei loro gironi è davvero agguerrita. Sono, però, molto fiducioso, perché hanno dimostrato di potersela giocare fino in fondo e in classifica sono lì, con la promozione diretta a portata. Saranno decisive le gare primaverili, piene zeppe di scontri diretti.

L’Attività agonistica rappresenta anche una tappa cruciale nella “filiera” che porta i ragazzi dai Primi Calci alla prima squadra. Come va il rapporto con Attività di Base e squadra dei grandi?
Con la prima squadra, davvero molto bene. Il “salto” è sicuramente impegnativo, ma la linea societaria è quella di lavorare per renderlo più attuabile. Ecco perché costantemente alcuni ragazzi per ogni gruppo si allenano già con l’annata più grande, per arrivare sempre preparati. Un esempio: sono già 5 i nostri 2005 che hanno avuto modo di esordire, anche con un minutaggio importante, nella Juniores, tappa cruciale verso la prima squadra.

E con l’Attività di Base?
Il discorso è analogo, con alcune differenze. Qui, la complessità e soprattutto legata al cambio di regole: si passa in pochi anni da sette a undici giocatori, e i ragazzi vengono catapultati in un calcio molto diverso. La pandemia, in questo senso, ha avuto un peso. L’annata 2008 negli ultimi due anni ha disputato pochissime partite, quindi, di fatto, è stata costretta a passare dai sette agli undici giocatori in campo, senza tappe intermedie. Fortunatamente, come dimostrano i risultati ottenuti in campo, il lavoro dello staff tecnico è stato importante e si vede.

In ultimo, cosa ci dobbiamo aspettare nel 2022?
Intanto, speriamo di giocare con regolarità (ride, ndr). Io onestamente penso di sì: lo scenario è diverso da due anni fa e credo che ora la Federazione abbia scelto di posticipare la ripresa solo per far “passare” il boom di contagi. Poi, dal campo, mi aspetto di ottenere buoni risultati con tutte le annate. Ad oggi, alcune squadre sono state delle sorprese, altre delle piacevoli conferme: dobbiamo continuare così e ce la faremo.