La seconda ondata di contagi da Covid-19 ha imposto un nuovo stop al calcio provinciale e regionale, ma non ha impedito a tecnici e dirigenti del Busca 1920 di continuare a lavorare “dietro alla scrivania”, in vista della ripresa delle attività del settore giovanile, auspicabilmente tra i mesi di gennaio e febbraio.

Con Roberto Basso, Responsabile del vivaio dei grigi, abbiamo provato a tracciare un bilancio dei 365 giorni che stiamo per lasciarci alle spalle, segnati profondamente dalla pandemia ma non per questo privi di soddisfazioni e risultati degni di nota.

Roberto, che 2020 è stato per il nostro settore giovanile?
Direi che è stato un anno a singhiozzo, non solo per il Busca 1920 ma per tutto il calcio dilettantistico. Purtroppo lo stop imposto a marzo ha impedito di concludere la scorsa stagione, creando anche alcuni intoppi nella programmazione del 2020/21. Poi, proprio quando i risultati del lavoro svolto in estate stava iniziando a vedersi, è arrivato il nuovo lockdown. Siamo in balìa degli eventi, ma non vediamo l’ora di ripartire.

Come detto, però, il campo ha prodotto risultati importanti, anche se non è stato calcato con regolarità dalle nostre squadre…
Assolutamente sì, a partire dalla seconda metà del 2019/20, che ci ha visti arrivare al vertice del calcio provinciale con alcune categorie del Settore Agonistico. La Juniores ha finalmente centrato l’importantissimo pass per i regionali, così come l’annata 2005, anche se poi abbiamo scelto di ripartire dai Provinciali con i 2006. Una crescita evidente che era stata confermata già dalla prima frazione di 2020/21: i 2006 stavano giocando un buon calcio, i 2005 erano in vetta e anche la Juniores si stava destreggiando bene da “neopromossa” ai Regionali.

E l’Attività di Base?
Per noi rappresenta il centro della programmazione, a partire dalla scelta di investire nella formazione dei nostri tecnici. Per questo motivo abbiamo sposato il progetto Coerver, che riteniamo essere il modo migliore per aiutare i nostri istruttori a migliorare le loro tecniche di insegnamento, utili, di conseguenza, per ottenere una migliore preparazione delle squadre. Qui mi piace parlare meno del campo, ma non si possono dimenticare i risultati ottenuti in estate da quasi tutte le annate, grandi protagoniste dei tornei torinesi che ci hanno visti tra i partecipanti.

Il numero dei tesserati ha vissuto una flessione dovuta al Coronavirus?
No, anzi, possiamo vantarci di un aumento del 7-8%. Sicuramente, però, avremmo potuto fare ancora meglio, in particolare con i più piccoli. Purtroppo, il primo lockdown è arrivato proprio in primavera, periodo dell’anno che abitualmente è cruciale per poter raggiungere i bambini nelle scuole e invitarli nella nostra società. Abbiamo fatto comunque sentire la nostra presenza, ma è stato diverso.

Che cosa dobbiamo aspettarci dal 2021?
Altri passi importanti nell’ottica del miglioramento, sia in termini di qualità che di quantità. Non sarà passata inosservata la nostra prima serata di formazione legata al nostro percorso per diventare Scuola Calcio Elite. Se non ci saranno ulteriori intoppi, confidiamo entro la tarda primavera di poterlo diventare a tutti gli effetti, entrando nella ristretta cerchia di cinque-sei società che possono fregiarsi di questo importante riconoscimento. A questo, va poi aggiunto quanto fatto sul settore agonistico: la maggioranza dei nostri allenatori sono qualificati con riconoscimenti Uefa e lavorano con grande attenzione sulla formazione dei ragazzi, con la speranza di poterli vedere un giorno in prima squadra.